La corsa del record nel 2013 potrebbe rimanere l’unica apparizione di Sebastien Loeb alla Pikes Peak International Hill Climb: “La sensazione è incredibile, ma i rischi sono troppo alti”.
Alla domanda riguardo a un suo possibile ritorno nel 2014, con l’obiettivo di ritoccare il suo tempo di 8’13″878, il 9 volte Campione del Mondo Rally ha risposto così: “Per essere onesti, è qualcosa di cui non abbiamo ancora parlato, mi sono divertito molto ma staremo a vedere cosa succederà e chi cercherà di battere il record, non credo di tornare. Prima della partenza non sapevo davvero se avrei dovuto spingere assolutamente al massimo o se sarebbe bastato salire con un ritmo confortevole, al fine di assicurarmi la vittoria. Alla fine, ho deciso di spingere al limite.”
“Si ha il carico aerodinamico di una vettura di Le Mans, con un’accelerazione che è più rapida di una vettura di Formula 1, passando attraverso paesaggi simili a quelli dei rally. Si viene sparati fuori dalle curve come una palla di cannone, la trazione è stupefacente”, ha proseguito Loeb ad Autosport.
“Con burroni ripidi su entrambi i lati e tanto lavoro ed investimenti confluiti in questo programma, ovviamente è impossibile fare errori, vuol dire prendersi rischi per tutti i 20 km della gara, devo ammettere che sentivo parecchia pressione prima della partenza.”
Se il motivo che dovrebbe spingere Peugeot a tornare fosse l’abbattimento del record, passeranno molti anni prima di rivedere un’altra “T16” in gara: l’Azienda francese ha investito risorse e soldi a un livello che non si era mai visto fino ad ora, nemmeno ai tempi delle Audi Quattro e Peugeot 405 T16, di fatto delle Gruppo B “riciclate” dopo la loro messa al bando dal Mondiale Rally.
Il progetto 208 è un mezzo assolutamente fuori scala rispetto ai canoni della Pikes Peak, la sfida non era quindi rivolta tanto agli avversari quanto in realtà al cronometro, sfida assolutamente vinta con un tempo addirittura 2″ inferiore rispetto a quanto teorizzato dagli ingegneri dopo le prove. Prima che qualcun altro arrivi ad investire così tanto passerà molto tempo, il record di Loeb ha alzato l’asticella a un livello irraggiungibile con mezzi “convenzionali”.
Detto ciò, che la PPIHC sia pericolosa è assolutamente fuori di dubbio, ma sentirlo dire da un pilota del calibro di Loeb è un’altra cosa: da un pluricampione del mondo Rally abituato a sfrecciare di traverso su strade poco più larghe delle auto, con 300 cv che spingono una scocca superalleggerita, ci si aspetterebbe un giudizio più coraggioso.
Di fatto però, il fulcro della Pikes Peak, la lotta in Unlimited per il record assoluto, è un Gruppo S ancora più esasperato nella tecnica e compresso in 20 Km di gara, con poco tempo per provare un percorso che non ammette il minimo margine di errore e nessun navigatore al proprio fianco. E’ più che comprensibile quindi il punto di vista di un Loeb abituato agli standard di sicurezza FIA.
Agli appassionati, e soprattutto a chi sceglie di correre, la sentenza finale, resta comunque il fatto che per fortuna in America queste gare sono ancora possibili e, nonostante il rischio sia alto, forse è proprio questo che dà alla Pikes Peak il fascino che nessun’altra gara possiede.